DALL’OPPOSIZIONE ALLA POSIZIONE: LA FAVOLA DELL’ INFINOCCHIO

C’era una volta un’opposizione che si opponeva… ai suoi stessi alleati. Una vera magia, roba da manuale di illusionismo politico. Poi, puff, con un colpo di bacchetta eccoli di nuovo tutti insieme: Forza Italia, Lega e la Signora della Coerenza.

I fedeli elettori giurano: “Era coerente!”. Ma come diceva il Grillo Parlante: “Quando tutti applaudono senza capire, non è teatro: è ipnosi collettiva”.

All’opposizione compilava con cura la lista dei doveri del governo. Una lista lunga, altisonante, piena di promesse come i regali a Natale. Oggi che governa lei, con i soliti amici di merende, quella lista resta lì, più immobile di un tronco nel bosco. E il tronco cresce. “Più parli, più si allunga”, avrebbe detto la Fata Turchina.

Solo che questa volta la fatina non è tenera: stufa di aspettare, manda uno stormo di uccelli a picchettarle il naso. “Se non sai mantenere le promesse, almeno offri legna per il camino”, gracchia uno dei corvi.

E così il Parlamento diventa un teatrino di burattini, dove i fili li tengono sempre gli stessi, ma il burattino più furbo fa finta di tagliarli. “Sono libera!” grida. Ma si sente già la voce di Mangiafuoco: “Muoviti come dico io, o spegniamo il fuoco sotto la poltrona”.

Morale della favola? Non c’è morale. Solo un naso che cresce e un pubblico che applaude convinto che sia spettacolo, mentre in realtà è solo segatura.

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